23 agosto 2022

Nel ripretesi

 Nel ripretesi.  In autunno cadranno le foglie, la natura cambia i suoi colori.
foto web.

Alle porte di questo dubbioso autunno ben poche appaiono le concrete speranze.  La situazione globale vede sclerotizzare sempre più posizioni di forze dominanti supportate da opportunismi politici confusi e assenti nella tutela di una comprensione sociale equilibrata. L’involuzione sistematica verso il dominio lascia sguarnite le fragilità credulone, meglio dire affrancate nel credere che il sistema agisca equamente. Nell’insieme il sistema vede solo ciò che vuol vedere, nel tanto disarmante che le fasce deboli non hanno alcuna possibilità se non subire. D’altra parte, è sempre stato così e continua ad esserlo. Di democrazia nulla di ciò pare a sé tradibile se non nell’apparenza.

La logica del più forte nello sfruttare tutte le leve concesse si affranca nella purpurea visione nelle sue scale d’importanza economica, pertanto, di accesso a privilegi strutturati, come da sempre avviene li salvi; o li colpisca marginalmente, forse consci o inconsci ambasciatori di terrorismo;  avviando, sostenuti da presupposti filosofici ad estrapolazione di convenienza ad un martirio consolatorio delle persone fragili.  Passi di storia convergono su questa analisi.

Trincerati nella propria sopravvivenza, estremo limite del "colle estremo" di ogni vita, indifesi guardiamo lo svolgersi degli eventi. La figura del soldato in trincea che spera e prega affichè qualche elemento superiore del supero lo salvi,  pare nella casualità conseguente il paradosso del momento, nel ben certo che chi da ordini e foraggia si salverà;  mentre esso (il mare della gente) si rivolge supino, incapace, al fato di questo mare di persone affrancate nella nascosta a se stessi, perduta speranza (introspezzione del speriamo che ciò non sia vero anche noi).

Nella informazione globale di oggi, si riprende la tragedia della 'autobomba alla periferia di Mosca che ha ucciso la figlia di Alexander Dugin. Un vortice di notizie contrastanti per una tragedia che inasprisce ancor di più la situazione critica attuale.

 Freddamente, senza parte, abbiamo ripercorso la storia a ritroso riguardo ad attentati riscontrati in momenti di complessa situazione e nella nostra ignorante emozionalità del simbolismo, il ricordo storico è corso all’attentato di Sarajevo l 'assassinio avvenuto il 28 giugno 1914.

Il parallelo si riflette nell’accentuarsi di un periodo più nazionalista e più amichevole con e verso una parte che con che con l’altra. In un momento di continue controversie dirette e indirette un incendio che ormai aveva superato il limite considerato accettabile. Un incendio che riaccese gli animi, mentre ognuno cercava di rivendicare la sua grandezza in un insieme di conflitti minori sempre più intensificati, dispute doganali nelle relazioni internazionali, sanzioni, l’annessione di territori l’ascesa delle alleanze ecc. Un processo studiato nelle relazioni internazionali, sottolineando gli antecedenti una perdita di equilibri sociali, economici, politici, che riportano la visione (forse erroneamente) al momento attuale.

Ma come si sul dire, acqua ne è passata (da all’ora) sotto i ponti,  e se pur alcuni media pompano verso la confusione emozionale, nell’oggi non bisognerebbe perdere di considerare la questione energetica e annessi concessi o non concessi, quale dominante del processo in corso e nel considerare che anche la questione energetica ripropone lo stesso scema sociale di sclerotizzare sempre più posizioni di forze dominanti sia nel contesto globale che locale tradizionale, supportate da opportunismi politici confusi e assenti di tutela, e  una comprensione del sociale squilibrata.

MM

 

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